Luciano Tondelli era un partigiano. Uno dei tanti che dobbiamo ringraziare per le libertà delle quali possiamo godere. È morto il 15 aprile del 1945, dieci giorni prima della Liberazione, a un soffio dalla fine di ogni battaglia. Aveva 19 anni, e una vita – quanta vita! – davanti.
Di lui parla, anzi canta, Luciano Ligabue, che oltre al nome condivide con quel ragazzo il paese d’origine, Correggio, in provincia di Reggio Emilia. E no, non è una canzone triste.
Ligabue dà voce a Tondelli sin dalle prime parole: “Se fossi lì in mezzo avrei novant’anni/ Avrei dei nipoti con cui litigare/ Ma ho fatto una scelta in libera scelta/ Non credo ci fosse altra scelta da fare/ Scelta migliore”. Una scelta pagata cara, perché gli hanno portato via “il pezzo più grosso” della sua vita, come spiega poco dopo.
Ogni verso della canzone ci riporta al sacrificio di Tondelli, e ci dà qualche piccola istruzione per fare della Liberazione uno dei punti cardinali della nostra vita. Due frasi mi toccano in modo particolare.
La prima: “Col vostro permesso io non me ne andrò”. La storia delle persone che si sono sacrificate per la nostra libertà, anche di noi che non eravamo ancora nati, fa parte della nostra storia. Non facciamola uscire da noi. Tondelli è un pezzetto della nostra identità, di persone libere e di Paese libero. La seconda: “La storia non cambia se tu non la cambi”. Non abbiamo davanti le sfide che tante ragazze e tanti ragazzi si sono trovati a dover affrontare sotto il nazifascismo. Però, se c’è una storia da scrivere, bisogna mettersi in gioco, fare ciascuno la propria parte. E anche la scuola può essere, anzi deve essere, un luogo capace di renderci persone in grado di scrivere, nel nostro piccolo, un pezzetto di storia. Una bella storia, da lasciare a chi verrà dopo di noi.
Lorenzo Galliani
Qui la canzone “I campi in aprile” di Luciano Ligabue: https://www.youtube.com/watch?v=qbocZHsSGFc (dal minuto 1’20’’)