(da bibbiagiovane.it) «Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei». Come va avanti la storia la sappiamo: gli scribi e i farisei se ne vanno, e Gesù si rivolge alla donna adultera: «Neanch’io ti condanno; va’ e d’ora in poi non peccare più».
Ma restiamo a quel momento: chi è senza peccato scagli la prima pietra. Dio Santo, che rischio! Funzionerebbe anche oggi, quella frase? Come fa Gesù, davanti a quegli uomini, ad avere la certezza che nessuno di loro si consideri davvero perfetto? Forse qualcuno c’è. Qualcuno che però è consapevole che, gettando la pietra – e autodichiarandosi quindi «senza peccato» – verrebbe a sua volta giudicato con lo stesso metro di giudizio. Non da Gesù, ma dai suoi compagni giustizieri.
Scribi e farisei scoprono la loro identità – quella di peccatori a loro volta – grazie a Gesù. Attraverso non una frase di condanna, ma un semplice invito alla riflessione: «Chi di voi è senza peccato…». Fino ad allora, non sanno chi sono. O, quantomeno, non ci pensano. Sono «perfetti sconosciuti». Come il titolo del film – bellissimo – di Paolo Genovese. A cena, alcuni vecchi amici si accordano per far rivelare a tutti i messaggi e le telefonate che riceveranno nel corso della serata. Parte come un gioco, poi si arriva alla messa in piazza di segreti che, volta per volta, verranno fuori, alimentando scontri e tensioni.
A un certo punto, Rocco trova un momento per parlare con Eva, sua moglie. Lui è in analisi, e prima della cena nessuno – neppure lei – lo sapeva. «Funziona?», chiede lei. «Me lo devi dire tu», ribatte lui, prima del dialogo che segue:
– Una cosa importante l’ho imparata
– Cosa?
– Saper disinnescare
– Cioè?
– Non trasformare ogni discussione in una lotta di supremazia. Non credo che sia debole chi è disposto a cedere, anzi, è pure saggio. Le uniche coppie che vedo durare sono quelle dove uno dei due, non importa chi, riesce a fare un passo indietro. E invece sta un passo avanti.
Davanti all’adultera, i deboli erano quelli con le pietre in mano.
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