«Ma tu ami più Dio o i tuoi figli?». È una domanda politicamente scorretta quella rivolta da Vittoria, 8 anni e un futuro da reporter d’assalto, al suo maestro di religione. Non può che sudare freddo, lui: a seconda della scelta tra le due opzioni, rischierebbe di passare per padre insensibile o per uomo senza fede. Messo alle strette, riesce a pescare il coniglio dal cilindro: «Dio chiede a ogni uomo di amarlo, ma anche di amare le creature che sono a noi vicine. Si possono amare Dio e i figli; l’amore non ha un “quanto”, non ha una misura». Vittoria è soddisfatta della risposta e sì, anche stavolta andata.
Parafrasando un proverbio africano: ogni mattina, quando sorge il sole, un insegnante di religione si sveglia e sa che verrà inseguito dalle domande dei bambini. «Perché Dio non ha una moglie?», «Dov’ero prima di nascere?», «Come lo disegno Dio?». Andrea Gironda – romano, classe ‘74 – le ha raccolte nel libro Anche i pidocchi vanno in Paradiso (edizioni Terra Santa). Una lettura agile, divertente e profonda allo stesso tempo, perché le domande dei piccoli alunni sono spesso buffe, ma mai banali. Per ciascuna di queste, Gironda offre due risposte: una è quella detta in classe, l’altra, proposta nel dialogo con i lettori, aiuta ancora di più a comprendere la prima. Irene, 9 anni, ha una teoria: «Dio era in parte un po’ vanitoso perché ha inventato la bellezza. È vero?». Ma no, risponde il maestro Gironda, Dio non si guarda allo specchio, però è vero che ha creato tante cose davvero molto belle, come i bambini. Benedetta, 8 anni, ha invece un concetto di giustizia molto rigoroso: per lei «la parabola del padre buono è la parabola del padre stupido». Gironda – usando testa e cuore – non liquida la domanda con un «non è vero», ma legittima la sua piccola interlocutrice: questo padre pronto a perdonare il figlio che ha sprecato l’eredità è sì «un po’ stupido, ma non nel senso negativo del termine! Mi spiego: gli innamorati a volte perdono la razionalità e fanno delle cose apparentemente “stupide”, usano parole o fanno gesti che se non fossero innamorati non farebbero mai». E questo padre, che è poi il Padre, è davvero innamorato delle sue creature. Altre domande: «Perché Dio ha creato la Bibbia?», «Perché san Giuseppe non è tanto adorato come Maria?», «Perché nasco bambina e muoio pecora?» (dubbio legittimo da parte di chi ha appena ascoltato la parabola del buon pastore, immedesimandosi nella pecora salvata). Per le risposte rimandiamo all’appassionante libro che ha la prefazione di Susanna Tamaro. Una però la anticipiamo. Durante un lavoretto di Natale, Gabriele (7 anni) perde una figura della Sacra Famiglia. E chiede a Gironda: «Maestro, hai trovato Maria, la mamma di Gesù?». Risposta fulminea: «A pensarci bene è tutta la vita che la cerco, sono sicuro che Lei stia da qualche parte. Se cerchiamo bene, forse la troviamo!». Geniale.
(articolo pubblicato su Verona Fedele)