RAGAZZI, A SCUOLA VI ASPETTA LA REGOLA DEL ROSPO

Cari ragazzi,
inizia l’anno scolastico e io, da insegnante, vi auguro una buona ricreazione. Sono serissimo: mi piace davvero da matti la parola “ricreazione”, e non solo perché è la piccola oasi nella quale non si rischiano interrogazioni né compiti in classe. Creare e ricreare. La scuola vi chiede di essere creativi: in un progetto, in un tema d’italiano, persino nella risoluzione di un compito di matematica. Non perdete l’occasione di farvi guidare dall’entusiasmo. Sappiate fare ricreazione, dunque, in tutti i sensi.

La seconda parola che vi rifilo, senza neanche che me lo abbiate chiesto, è “ordine”. È strano che sia io a parlarne, visto che ho una scrivania con montagne di libri e scartoffie (probabilmente da qualche parte c’è anche il diario di quando ero io, lo studente). Imparate a organizzarvi: nella gestione degli impegni, in un lavoro di gruppo. Vi serve e, sia che diventiate ingegneri nucleari che fiorai, vi servirà.

Poi lo “stupore”, il motore di ogni apprendimento. Abbiate comprensione verso noi prof; può anche non sembrarvi, ma siamo esseri umani, pieni di difetti e di giornate no. Diffidate però di quelli noiosi e annoiati. Vi auguro di non averne, vi auguro di stupirvi spesso.

Quarta e penultima parola: “privilegio”. Una parola brutta, fa pensare ai politici che si arricchiscono senza troppa fatica. Eppure – lo dico a costo di passare per vecchio barboso – essere a scuola è un privilegio. Non datelo per scontato: molti vostri coetanei, in varie parti del mondo, non hanno aule né materie da studiare. Stanno sicuramente peggio. La sana fatica della scuola è un privilegio per voi e, ricordando i volti degli alunni che ho incontrato negli anni passati, è un privilegio anche per noi. Non sprechiamolo.

Infine, siate maestri nell’ “osservazione”, che non vuol dire essere sul chi va là, pronti a giudicare. Su questo, a dire il vero, siete già avanti: vi bastano i primi minuti di lezione per squadrare un professore, capire se sarà severo o di manica larga, simpatico o sgarbato. E lo stesso vale nelle relazioni con gli altri ragazzi. Non basta: continuate a osservare, ad ascoltare. C’è sempre da imparare, anche dai vostri compagni. Lasciate parlare perfino il più silenzioso. Ma bisogna, almeno per un attimo, farsi da parte, e lasciare spazio a quello che ha da dirci. Osservare è un esercizio di umiltà e intelligenza.

Ricreazione, Ordine, Stupore, Privilegio, Osservazione. La prima lezione di quest’anno l’abbiamo già fatta, ed è – se mettete in fila le iniziali – la regola del “ROSPO”. Non sarò davvero felice se alla fine del nostro percorso non sarete in grado di spiccare dei bellissimi balzi, mentre – inevitabilmente – vi guarderò con un po’ di nostalgia andare per le vostre strade, ancora tutte da esplorare. Cra!

Lorenzo Galliani

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