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LA PAROLA DAL CILINDRO

«Effatà», ossia «apriti!». È la parola che Gesù pronuncia al sordomuto al quale subito, racconta l’evangelista Marco (Mc 7, 31-37), «si aprirono gli orecchi, si sciolse il nodo della sua lingua». Anche noi, ha detto a messa don Paolo (parroco nel Bolognese), abbiamo delle parole la cui pronuncia è, se non impossibile, quantomeno difficile. Forse, chiede don Paolo, una di queste parole è «supercalifragilistichespiralidoso»? Per Mary Poppins è un gioco da ragazzi, per qualcun altro un po’ meno. E che dire di «acido desossiribonucleico»? E di «prestidigitazione»? Non tutti siamo abituati a dirlo come il mago Silvan, possiamo impappinarci. Niente di tutto questo, taglia corto don Paolo: le parole che ci riescono più difficili da dire sono «grazie» e «scusa». Rimangono spesso lì, in quei nodi della lingua che – ora lo sappiamo – possono essere sciolti.

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