UNA CHIESA CREATIVA

Ho sempre considerato la messa in tv come un prezioso servizio nei confronti dei malati, soprattutto degli anziani. Al tempo stesso ho faticato a guardarla, perché la percepivo come “lontana”: una volta una celebrazione in Trentino, un’altra in Puglia, un’altra ancora in una basilica di Roma. Tutto molto bello, ci mancherebbe: ma quella non era la “mia” chiesa, la mia comunità. Può sembrare un discorso campanilistico, lo so. E non mi sogno lontanamente di pensare che una messa in un posto valga meno di un’altra celebrata altrove. La messa però è anche un’occasione di incontro, di partecipazione alla vita comunitaria. Lo dico io, che da giovane sono stato un “vagabondo parrocchiale” (anche perché ho vissuto in città diverse, da Milano a Forlì).

L’emergenza coronavirus ha vietato le celebrazioni alla presenza dei fedeli. Molti parroci si sono attrezzati con le dirette streaming. Detto, sembra facile, eppure occorre uno sforzo non banale da parte di chi ha studiato teologia e filosofia, e si è trovato di colpo a dover studiare da youtuber. Anche con l’aiuto di qualche parrocchiano più tecnologico, i risultati sono arrivati.

Don Massimo D’Abrosca (Borgonuovo) nella diretta Facebook

Segnalo due esperienze ben riuscite, di realtà alle quali – per motivi diversi – sono molto legato: la parrocchia di Borgonuovo (Sasso Marconi), con la sua diretta facebook seguita, se non ricordo male, da circa 200 persone (1200 invece le visualizzazioni complessive), e la zona pastorale Barca, che ha pubblicato in streaming su youtube la Messa, seguita anche in questo caso da circa 200 parrocchiani. Qui, poi, la regia è stata davvero ben curata, con l’utilizzo di due videocamere e la sovrimpressione dei testi delle letture.

Un servizio prezioso. Adesso, con l’emergenza coronavirus in corso, ma anche dopo. Perché in futuro, un malato o una famiglia con un bimbo piccolo che sta male potranno sentirsi più vicini alle loro comunità.

 

 

Condividi su: