LE PAROLE SBAGLIATE DI CORRADO AUGIAS

Per fortuna che c’è Corrado Augias a parlarci delle «parole sbagliate di Gesù». «Cosa è accaduto – si chiede in un video pubblicato su Repubblica.it – nei 70 anni in cui le frasi di Cristo sono stati riferite da un testimone all’altro prima di diventare testo biblico scritto?». La suggestione non è neppure troppo originale: chissà quali segreti sono stati tenuti nascosti in questi due millenni. Dan Brown ha costruito una carriera su misteri fondati sul nulla (e se Gesù si fosse sposato con la Maddalena?), Augias di tanto in tanto si ritrova sulla stessa lunghezza d’onda. Nel video in questione, offre una breve recensione del libro «Prima dei vangeli» di Bart Ehrman (sottotitolo: «Come i primi cristiani hanno ricordato, manipolato e inventato le storie di Gesù»), nel quale – commenta Augias – l’autore ritrova «anche storie di grande crudeltà legate alla vita degli apostoli». Come l’episodio della figlia di Pietro, che questi avrebbe guarito dalla paralisi per poi farla ripiombare nella malattia. «Ehrman non lede la fede – commenta Augias – ma restituisce alle vicende e alle parole di Gesù la loro drammatica storicità».

A proposito di storicità, dove ritroviamo l’episodio in questione? «Prima dei vangeli», verrebbe da pensare. Invece no. Lo riporta gli Atti di Pietro, testo apocrifo greco scritto verso la fine del II secolo, e in modo simile anche gli Atti di Filippo, apocrifo gnostico (anch’esso scritto in greco) risalente all’inizio del IV secolo. Un racconto del genere, insiste Augias, «sprigiona una tale crudeltà che non poteva essere incluso nel canone, e tuttavia esiste». Nessun cenno sull’attendibilità di quanto riportato dal testo apocrifo: «esiste», e questo ad Augias sembra bastare.

Come poter usare l’espressione «Prima dei vangeli» basandosi su testi scritti dai cento ai trecento anni dopo la redazione dei vangeli? Il vero mistero è questo.

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